sabato 29 dicembre 2012

IL GUINZAGLIO: strumento di CONTROLLO o di CONNESSIONE?

Durante una passeggiata con Johanna, in cui Lei correva spensierata dietro agli odori del bosco ed io me la prendevo molto sul personale riguardo al fatto che non venissi calcolata, mi sono fermata e qualcosa dentro di me è cambiato. Mi sono resa conto. Qualcosa si è acceso.
Cosa c'è di così importante per Lei che la fa correre come una matta? Come posso aiutarla nell'andare più con calma, nell'ascoltarmi, nel sentirmi INSIEME a Lei in questa incredibile esperienza?

venerdì 21 dicembre 2012

21 DICEMBRE 2012

Un giorno speciale.
Decido che è a contatto con natura che voglio stare, profondamente connessa a quello che di più forte sento. Il mondo è ancora qui, siamo ancora tutti qui. Eppure si è concluso qualcosa, qualcosa di nuovo è iniziato.












Camminiamo sulla cresta di montagne che cadono nel lago, a picco. So dove voglio andare. C'è un faggio antico e imponente. Lo ricordo, sono passata molte volte ed è un luogo speciale. Tutt'intorno montagne bianche, con noi solo il rumore delle scarpe che affondano nella neve, quel crepitio che poi sprofonda, dapprima suono acuto e poi attutito. Johanna cerca di galleggiare, saltella ridicolmente nelle impronte tracciate da altri.









Arriviamo. Il faggio è immenso. E' scavato all'interno, mi accoglie, mi permette di salire, mi arrampico sul suo tronco e mi siedo, accolta tra i suoi rami. Ascolto. Chiudo gli occhi.








Le verità arrivano.
Una verità è che tutti noi siamo parte integrante dell'universo. Siamo connessi l'uno all'altro da forze invisibili. Siamo parte di natura e abbiamo il diritto di ascoltare, rispettare, entrare in contatto, amare.
Il faggio era con me, la neve e gli altri faggi più piccoli, gli uccelli. Johanna era con me. Io ascolto e gli altri ascoltano. Io sento e ci sentiamo vicendevolmente. 
Lo auguro a tutti.

domenica 9 dicembre 2012

Ho CREDUTO DI AVER perso Johanna

Nel bosco, Johanna è sparita per venti minuti. Forse di più o forse di meno. Ma poco importa. L'importanza risiede nelle emozioni che si provano in quegli istanti infiniti. 
Non tornava al mio richiamo. Forse persa dietro a qualche traccia selvatica. 
Ecco quello che è successo.

venerdì 7 dicembre 2012

'SE NIENTE IMPORTA Perchè mangiamo gli animali?' di Jonathan Safran Foer


SE NIENTE IMPORTA 
Perchè mangiamo gli animali?
di Jonathan Safran Foer


II parte

Le nostre decisioni sul cibo sono complicate dal fatto che non mangiamo in solitudine. La compagnia a tavola crea legami sociali fin da quando le testimonianze archeologiche ci permettono di sbirciare. Cibo, famiglia e memoria hanno un nesso primordiale. Non ci limitiamo a nutrirci ma siamo animali mangianti. ... Per ricordare gli animali e l'importanza che ha per me il loro benessere forse devo perdere alcuni gusti e trovare altri appigli per i ricordi che un tempo mi aiutavano a conservare.
Adoro il sushi, adoro il pollo fritto, adoro una buona bistecca. Ma la mia adorazione ha un limite.
Aggiungere un altro livello di intenzionalità è stato un arricchimento. Sono assolutamente favorevole a far scendere la tradizione a un compromesso per una buona causa, ma forse in queste situazioni la tradizione, più che compromettersi, si realizza appieno.

Dalla deposizione di un'allevatrice vegetariana:
Oltretutto il mondo non ha nessun bisogno di produrre tutti gli animali che attualmente produce. L'allevamento intensivo non è nato e non è progredito perchè c'era il bisogno di produrre più cibo - di "nutrire gli affamati" -, ma per produrlo in modo che fosse redditizio per le grandi aziende agroalimentari. L'allevamento intensivo è solo una questione di soldi. Questa è la ragione per cui sta fallendo e non funzionerà sul lungo periodo: ha generato un'industria alimentare la cui preoccupazione primaria non è nutrire la gente. Qualcuno ha davvero il dubbio che le grandi aziende che controllano la stragrande maggioranza della zootecnia americana non lo facciano per il profitto? Per la maggior parte delle industrie è una forza propulsiva perfettamente positiva. Ma quando la merce sono gli animali, le aziende sono la terra stessa e i prodotti sono destinati al consumo fisico, la posta in gioco non è la stessa e la mentalità non può essere la stessa. Sviluppare animali fisicamente incapaci di riprodursi non ha senso se vuoi nutrire le persone, ma è perfettamente logico se la tua preoccupazione principale è fare soldi. ... Gli animali allevati al pascolo fanno una vita migliore e sono più sostenibili dal punto di vista ambientale.
Dalla deposizione di un membro della PETA:
Prova a produrre questo esperimento mentale: tu castreresti gli animali senza anestesia? Li marchieresti? Li sgozzeresti? Prova a guardare  queste operazioni ( "Meet your Meat" ...). La maggior parte delle persone non farebbe quelle cose. La maggior parte di noi non vuole neppure guardarle. Quindi che integrità di fondo c'è nel pagare altri per farle al posto tuo? Si appalta la crudeltà verso gli animali e si appalta la loro uccisione, e per che cosa? Un prodotto di cui nessuno ha bisogno: la carne.

Non c'è dubbio che siano conclusioni diverse sul mondo in cui viviamo e sul cibo che dovremmo trovare nei nostri piatti, ma quanto contano queste diversità? L'idea di un sistema agricolo giusto radicato nelle migliori tradizioni del benessere degli animali e l'idea di un sistema agricolo vegetariano radicato nell'etica dei diritti degli aniamli sono entrambe strategie per ridurre(mai per eliminare) la violenza insita nell'essere vivi. ... Riflettono intuizioni diverse sulla ntura umana, ma si appellano entrambe alla compassione e alla prudenza.


Si scopre che un impianto di macellazione su quattro non riesce a rendere incoscienti i bovini al primo colpo.

In una dichiarazione giurata, un addetto spiegava: "Ho visto migliaia e migliaia di bovini andare vivi al processo di macellazione. ... Possono viaggiare lungo la linea per sette minuti ed essere ancora vivi. Io ero allo scuoiamento del fianco, ed erano ancora vivi. Lì si strappa via tutta la pelle dal collo in giù". E quando le lamentele dei lavoratori trovano ascolto, spesso segue il licenziamento.

Quanto dev'essere distruttiva una preferenza culinaria prima di decidere di mangiare qualcos'altro? Se contribuire alle sofferenze di miliardi di animali che vivono vite raccapriccianti e (spessissimo) muoiono in modi altrettanto raccapriccianti non è motivo d'ispirazione, che cosa può esserlo? Se contribuire al massimo grado alla minaccia più seria che il pianeta deve affrontare (il riscaldamento globale) non è sufficiente, che cosa lo è? E se hai la tentazione di mettere a tacere questi tarli della coscienza dicendo "non ora", allora "quando"?


Per alcuni, scegliere di evitare i prodotti provenienti da allevamenti intensivi sarà facile. Per altri sarà una decisione diffile. Per chi la ritiene una decisione difficile (mi sarei annoverato tra questi), la domanda decisiva è se ne valga la pena. Sappiamo che, perlomeno, questa scelta aiuterà a prevenire la deforestazione, a contenere il risaldamento globale, ridurre l'inquinamento, preservare le riserve petrolifere, attenuare la pressione sull'America rurale, diminuire gli abusi sui diritti umani, migliorare la salute pubblica, e contribuire a eliminare i maltrattamenti sugli animali più sistematici nella storia mondiale. Quello che non sappiamo potrebe essere però altrettanto importante. Come cambierebbe noi una scelta simile?


Secondo me:

Un libro crudo, che schiaccia negli occhi del lettore la verità degli allevamenti intensivi. Colpisce al cuore. Credevo di sapere tutto ormai sull'argomento, essendo andata di persona a visitare allevamenti e mattatoi; non era così. Con questo libro, che è allo stesso tempo libro d'inchiesta, romanzo e testimonianza diretta, l'autore crea spazio per aumentare la consapevolezza, fa riflettere sul significato più vero del cibo, sulle radici più profonde che esso rappresenta. 
Lo consiglio a chiunque, dal carnivoro più accanito al vegano estremista.

mercoledì 5 dicembre 2012

'SE NIENTE IMPORTA Perchè mangiamo gli animali?' di Jonathan Safran Foer

SE NIENTE IMPORTA 
Perchè mangiamo gli animali?
di Jonathan Safran Foer


I parte

Foer racconta storie, partendo da quella di sua nonna, una donna ebraica che durante la seconda guerra mondiale si trovava in Europa. Mi ammalavo sempre più a forza di non mangiare. Non era un granchè mangiare dai bidoni della spazzatura. Mangiavo quello che gli altri non erano disposti a mangiare. ... Se ti adattavi potevi sopravvivere. Io prendevo tutto quello che riuscivo a trovare. Mangiavo cose che non ti direi mai. Ma quando un contadino russo le offerse della carne di maiale e lei rifiutò, Foer le chiede:
Non lo mangiasti? Perchè? Perchè non era kosher?
Certo.
Ma neppure per salvarti la vita?
Se niente importa, non c’è niente da salvare.

C'è la storia del suo cane George. Perché non ci verrebbe mai in mente di mangiare un cane? I cani sono degli animali intelligenti e sensibili, ma non più dei maiali, che invece mangiamo con la coscienza pulita. E' quindi solo una questione culturale?
I francesi, che amano i loro cani, a volte mangiano i cavalli.
Gli spagnoli che amano i loro cavalli, a volte mangiano le mucche.
Gli indiani che amano le loro mucche, a volte mangiano i cani.

E' antropomorfismo provare a immaginarsi dentro la gabbia di un animale d'allevamento? E' antropodiniego non farlo? Una gabbia per galline ovaiole concede in genere a ogni animale una superficie all'incirca di quattro decimetri quadrati: uno spazio grande poco meno di un foglio A4. Le gabbie sono accatastate in pile da tre a nove - il Giappone detiene il record d'altezza per le gabbie di batteria, con pile di diciotto gabbie - in capannoni privi di finestre. ...
Non tutti i polli devono sopportare le gabbie di batteria. Sotto quest'unico aspetto, si potrebbe dire che i broiler - i polli da carne (contrapposti alle ovaiole che depongono le uova)- sono fortunati: possono arrivare ad avere anche nove decimetri quadrati.
Li chiamiamo sempre polli e galline, ma hanno corpi e metabolismi diversi, progettati per "funzioni" diverse. ... Una volta i polli avevano un'aspettativa di vita di 15-20 anni, oggi di regola i broiler vengono macellati verso le sei settimane. Il loro tasso di crescita è aumentato all'incirca del quattrocento per cento.
Che cosa ne è di tutti i pulcini maschi delle galline ovaiole?...Tutti i pulcini maschi delle ovaiole - metà di pulcini di gallina ovaiola che nascono negli Stati Uniti; più di duecentocinquanta milioni di pulcini all'anno - vengono distrutti. ... risucchiati da una serie di condutture per finire su una piastra elettrificata. ... gettati in contenitori di plastica ... calpestati e spinti sul fondo dove soffocano ... altri finiscono triturati vivi (immagina un truciolatore pieno di pulcini).

PREDE ACCESSORIE

...creatura marina catturata per sbaglio...PER OGNI CHILO DI GAMBERETTI SONO STATI UCCISI E RIBUTTATI IN MARE 24 KG DI ALTRI ANIMALI MARINI.
Immagina che ti servano un piatto di sushi. Ma che contenga anche tutti gli animali che sono stati uccisi per servirti quel sushi. Forse ci vorrebbe un piatto di un metro e mezzo di diametro.

Oggi vediamo così di rado animali d'allevamento che diventa facile dimenticarsi di tutto questo. Le generazioni passate avevano più familiarità di noi sia con l'indole di quegli animali sia con la violenza che subivano. Sapevano che i maiali sono giocherelloni, intelligenti e curiosi (noi diremmo <<come i cani>>) e che hanno rapporti sociali articolati (noi diremmo <<come i primati>>).  Il problema che il consumo di carne pone è diventato astratto: non esiste il singolo animale, non esiste quello specifico sguardo gioioso o sofferente, quello scodinzolio o quel grido. ... La crudeltà preferisce l'astrazione.

Dalla deposizione di un allevatore di polli e tacchini non intensivo: Dico sempre alla gente di andare a vedere un allevamento industriale di tacchini. Non hai neppure bisogno di entrarci. Senti l'odore prima ancora di arrivarci. Ma la gente non vuole sentire queste cose. Non vuole sapere che queste grosse industrie hanno gli inceneritori per bruciare i tacchini che muoiono ogni giorno. ... Perchè interi stock di tacchini industriali muoiono di colpo? E che succede alla gente che li mangia? Proprio l'altro giorno, uno dei pediatri della zona mi raccontava che oggi vede ogni genere di malattie che una volta non vedeva. Non solo il diabete giovanile, ma malattie infiammatorie e autoimmuni che un sacco di medici non sanno neppure come chiamare. Le ragazze raggiungono la pubertà molto prima, e i bimbi sono allergici praticamente a tutto, e l'asma è fuori controllo. Lo sanno tutti che è quello che mangiamo. Manipoliamo i geni di questi animali e poi gli diamo gli ormoni della crescita e ogni genere di farmaci di cui non sappiamo abbastanza. E poi ce li mangiamo. ... Non è strano quanto si arrabbi la gente per qualche giocatore di baseball che prende gli ormoni della crescita, quando facciamo queste cose agli animali che mangiamo e poi li diamo ai nostri figli? ... La gente si concentra su quell'ultimo secondo della morte. Io voglio che si concentrino sull'intera vita dell'animale. Se dovessi scegliere sapendo che alla fine mi taglieranno la gola, cosa che potrebbe durare tre minuti, ma che prima devo vivere sei settimane di sofferenze, probabilmente chiederei che quel taglio della gola avvenisse sei settimane prima. ... Se fosse tuo figlio vorresti che soffrisse tre anni, tre mesi, tre settimane, tre ore, tre minuti? Un pulcino non è un neonato, ma soffre. Io non ho mai incontrato nessuno nell'industria che dubiti che gli animali sentano dolore. E allora quanta sofferenza è accettabile? Quanta sofferenza sei disposto a tollerare per il tuo cibo?

A conclusioni simili è giunto il Council for Agricultural Science and Technology, ... allevare uccelli geneticamente uniformi e a rischio di malattie nelle condizioni di sovraffollamento, stress, contaminazione da feci e illuminazione artificiale degli allevamenti intensivi favorisce la proliferazione e la mutazione di microrganismi patogeni. Il <<costo dell'aumento di efficienza>> è un aumento dei rischi globali di malattie. Non abbiamo scelta: o il pollo a basso costo o la salute.

martedì 13 novembre 2012

Cicli in Equilibrio

 
Preda e predatore sono circolari. Si inseguono, si congiungono, delineano linee concentriche.
Quando le prede sono tante i predatori mangiano tanto. Poi le prede diminuiscono, e come loro i predatori, che non hanno più di che sfamarsi. Quindi le prede, poco predate dai pochi predatori rimasti, aumentano di nuovo. E’ un ciclo alternato.
Gli esempi di preda e predatore più vicini a noi, nel mondo domestico, sono i cavalli e i cani. Non si mangiano nel nostro mondo domestico; non vengono mangiati. Però l’istinto primordiale della fuga, della caccia, è insito in ogni individuo, è un fuoco che si attiva e attiva risposte, riaccende la circolarità naturale.
Ho ascoltato oggi questa forza, l’ho osservata, ed ho provato a trasmettere la quiete, la calma: siete domestici, c’è chi vi sfama, chi gioca con voi. Possiamo restare tutti insieme a respirare, a condividere lo spazio.
Così per un’ora un cane, un cavallo e una ragazza hanno comunicato. Ho chiesto al cane di imparare ad aspettare, a calmarsi, a rispettare; al cavallo ho chiesto di rilassarsi, di avere fiducia; a me ho chiesto di osservare, intervenire e interrompere il meno possibile, ascoltare.
Imparare ognuno dall’altro.


Ecco cos’è successo oggi. Lo condivido con voi, per non spezzare il cerchio, per mantenerlo continuo, ininterrotto, perché ci sono i cicli irregolari, ma anche quelli in stabile equilibrio.



Il masticare che calma, movimento anch’esso circolare, continuo.
Unione. Connessione. Condivisione. Fiducia.



venerdì 28 settembre 2012

28 settembre 2012

Avevo dimenticato il bosco.
Nel caos dei pensieri, delle cose da fare che non ci sono, delle emozioni, della fretta, avevo dimenticato il lento camminare nel bosco, i rumori, l'alito di Johanna ansimante, il suo annusare a piccoli soffi vicini e ripetuti, la sua corsa sfrenata nell'inseguimento di ombre, odori, movimenti.
Mi accolgono le castagne ancora chiuse nelle loro cucce di spine, ancora verdi per la stagione. I faggi col legno grigio, liscio, imponenti. Il lento fruscio del vento in questo settembre che svanisce.
Mi muovo lentamente.
Da quanto non percepivo lo scricchiolio delle foglie sotto i piedi? Su un terreno morbido, umido di terra. E da quanto le voci improvvise e sonore degli uccelli, così diverse, così incredibili? Da quanto non mi dedicavo un momento per me, nel bosco, solo per me condiviso a Johanna? Lei corre alla ricerca delle risposte più importanti del mondo, un mondo di odori. Io spengo il mio cervello che chiede tutte le domande più importanti del mondo, un mondo di segreti. 
L'importanza la trovo dentro di me, nell'essere seduta ad ascoltare il bosco. 
L'attesa svanisce. 
L'importanza è nel mio sentire l'aria, respirare il muschio, le particelle che Johanna, passando, solleva.
Il mondo siamo noi adesso.


giovedì 27 settembre 2012

Rinascita (o toeletta di un cavallo)


La pelle lucente, fradicia d’acqua.
I muscoli tesi, nella paura di un agguato.
Incomprensione, costrizione, fragilità.
La potenza della vita esplode.
Ribellione.
Tenuto, trattenuto, violato. Strappata la forza.
Le gambe aperte, bloccate nel terrore, scivolano.
Unico mezzo di sopravvivenza.
Negli occhi riflesso di brutalità, dolore. La purezza, strappata.

Reso splendente il manto, noi abbiamo pulito l’innocenza, grattato l’ingenuità.
Abbiamo partorito esseri nuovi, che domani cammineranno spogli di se stessi.

Le vene sono rilievi, cicatrici; pompano, trasportano il rispetto mancato.

Nato due volte, dall’acqua.
Libero di respirare, la prima.
Narici spalancate nell’atto di ossigenare, oggi.
La pelle, scossa da fremiti, vibra ad ogni getto d’acqua.
E più grande il tentativo di divincolarsi, più stretta la morsa delle dita.
I calci nell’aria, inutili. Come inutile il tentativo di trattenere la vita.

Cammina, abbagliante nel nuovo mantello. La polvere scivola via.

La mia mano accarezza il collo, fremito, come se le mie dita fossero spilli.
In bocca il ferro della sottomissione, ho perduto ogni connessione.
Lavata via la libertà, smacchiato di ogni diritto.
Rispettosamente, mi cammina al fianco.
Rinato.


Ho scritto queste parole mentre lavoravo in un allevamento di purosangue da galoppo.
Per me era la prima volta.
Dovevamo preparare i puledri per le aste.  Erano puledri che dopo aver trascorso i primi sei mesi di vita con la mamma erano stati presi e chiusi in un box da soli. Erano puledri che non avevano mai visto l'acqua.
Non ho più lavorato nella preparazione di purosangue da galoppo.

lunedì 10 settembre 2012

Stress e PNEI

Quante volte, durante l’arco della giornata, pronunciamo o sentiamo pronunciare la parola STRESS?
Ma cos’è esattamente lo stress e come influenza noi e i nostri animali?

sabato 8 settembre 2012

'La Vita Emozionale Degli Animali' di Marc Bekoff


La Vita Emozionale Degli Animali
Marc Bekoff


Parecchi anni fa fu divulgata una storia su due Jack Russel Terrier che erano stati trovati, sudici e terrorizzati, acquattati sul ciglio della strada principale di una piccola città. I cani erano amici, non compagni. Uno era cieco su entrambi gli occhi; l'altro restava di guardia, abbaiando e mordendo chiunque si avvicinasse loro. Furono portati da un veterinario, che stabilì che uno dei due era stato accoltellato: entrambi gli occhi dovevano essere asportati e le palpebre chiuse completamente. Due giorni dopo l'intervento, Ben, così fu chiamato, fu rimesso insieme a Bill al canile locale. Da quel momento, Bill ha fatto da cane guida a Ben; prendendogli la collottola tra i denti, Bill conduceva Ben in giro a perlustrare tutto il cortile, perchè riuscisse a orientarsi da solo. Dopo che una troupe televisiva ebbe filmato questa straordinaria performance, i due cani trovarono una meravigliosa casa dove viveva una coppia di pensionati che aveva già un'anziana femmina di Jack Russel. Con colpetti e strattoni di Bill, Ben imparò rapidamente a destreggiarsi tra la piccola casa e il giardino. Dormivano stretti insieme e diventarono "proprio come una coppia di sposi".
...

Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci.

                                                          GHANDI                                                                  
Cosa facciamo di ciò che sappiamo? Quando si tratta di questo, ciascuno deve prendere la propria decisione, fare la propria scelta e prendersi la responsabilità delle proprie azioni. La responsabilità individuale è cruciale. I problemi che si trovano di fronte agli animali e ciò che ci troviamo di fronte prendendoci cura di loro possono essere travolgenti. E' facile scoraggiarsi, è facile sentirsi soli ed impotenti ed è facile dare la colpa alle istituzioni e alle corporazioni o alla "società" e non riuscire ad affrontare il nostro stesso comportamento.
...
Quando sfido la gente, generalmente gli scienziati, chiedendo: "Lo faresti al tuo cane?" sto veramente cercando di scuoterli nel ricordare il Golden Rule (Etica della reciprocità - NdT): fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te. 
Ciò significa camminare nel mondo trattando ogni essere vivente equamente, non allo stesso modo, ma considerando che è un essere vivente che ha uguale diritto alla vita. Il Golden Rule si applica agli animali umani, agli altri animali, agli alberi, alle piante ed anche al pianeta stesso. La gentilezza e la compassione devono essere sempre primarie nelle nostre interazioni con gli animali ed ogni altro essere vivente di questo mondo.
...
Tutto ciò che chiedo è che tu rifletta su come contribuisci a rendere il mondo un posto migliore; principalmente, come puoi contribuire a rendere migliore la vita degli animali. Fallo quando sei solo, lontano dagli altri, così che tu possa sentirti libero di guardarti dentro profondamente e valutare le tue attuali abitudini e le tue azioni, senza sentirti scrutato e senza nessun'altra sorta di pressione. E' sempre un momento di crescita il provare a guardare noi stessi così come siamo. In questo caso, chiediti, come le mie azioni attuali influiscono sugli altri animali e cosa posso fare di diverso per prendermi cura degli animali in modo migliore? Anche quando una situazione è oltre le mie possibilità di cambiarla, non riesco a fare a meno di riparare per ogni individuo animale che si trova ad essere intenzionalmente o non intenzionalmente soggetto a trattamenti inumani. Credo che anche la sola espressione di compassione possa fare una differenza concreta nella vita di qualcuno che sta soffrendo. Il silenzio è il nemico del cambiamento sociale.
...

Secondo me:

Da tempo era nella lista dei libri prioritari da leggere. Le storie di animali che Bekoff racconta sono incredibili, da quella sulla raccolta di campioni di 'neve gialla' (peraltro già letta nel suo libro Dalla parte degli animali. Etologia della mente e del cuore) alle storie di emozioni tra elefanti, a quelle sulla moralità esibita durante il gioco tra cani, ratti e coyote, all'amore tra balene, delfini, fino all'empatia nei topi e ai sentimenti tra galline. Ogni animale trova un posto speciale in ogni racconto e Bekoff ci tiene a condividere il suo lavoro, la sua conoscenza, le sue scoperte. Molte pagine sono dedicate alla riflessione sulle scelte di ognuno in relazione ad etica e rispetto, empatia e compassione: dall'alimentazione all'utilizzo di animali per la ricerca, dagli zoo ai centri di ricerca. Un viaggio che consiglio,  soprattutto a chi ancora poco conosce di emozioni negli animali, agli scettici che ancora hanno qualche dubbio.  


mercoledì 5 settembre 2012

Nuovi Incontri

Desidero condividere con voi le immagini che ho ripreso qualche tempo fa e che mostrano due incontri per me molto speciali. 

lunedì 3 settembre 2012

Di Cosa Hanno Davvero Bisogno i Nostri Animali? Quinta e Ultima Libertà

Libertà da paura e stress - assicurando all’animale condizioni che evitino sofferenza psicologica ed emotiva.

Siamo certi di garantire serenità e fiducia ai nostri animali?

mercoledì 20 giugno 2012

La copertina di Linus

Oggi voglio mostrarvi che con l’utilizzo di alcuni oggetti possiamo aiutare i nostri animali ad acquistare fiducia, a sentirsi più sicuri e addirittura a creare delle emozioni collegate a quegli oggetti.

giovedì 14 giugno 2012

Di Cosa Hanno Davvero Bisogno i Nostri Animali? Quarta Libertà


Libertà di esprimere i normali comportamenti – dall’avere spazio sufficiente per il movimento, così come la possibilità di interazione con individui della stessa specie.

Chi tra tutte le persone che vivono a contatto con gli animali, che hanno per casa un cane o un gatto oppure che montano a cavallo, sa cosa significa ETOGRAMMA?

martedì 5 giugno 2012

"Tarsio" di Wislawa Szymborska


Io, tarsio, figlio di tarsio,
nipote e pronipote di tarsio,
piccola bestiola, fatta di due pupille
e d'un resto di stretta necessità;
scampato per miracolo ad altre trasformazioni,
perché come leccornia non valgo niente,
per i colli di pelliccia ce n'è di piu' grandi,
le mie ghiandole non portano fortuna,
i concerti si tengono senza le mie budella;
io, tarsio,
siedo vivo sul dito d'un uomo.


Buongiorno, mio signore,
che cosa mi darai
per non dovermi togliere nulla?
Per la tua magnanimità con che mi premierai?
Che prezzo darai a me, che non ho prezzo,
per le pose che assumo per farti sorridere?


Il mio signore è buono -
il mio signore è benigno -
chi ne darebbe testimonianza, se non vi fossero
animali immeritevoli di morte?
Voi stessi, forse?
Ma ciò che già di voi sapete
basterà per una notte insonne da stella a stella.


E solo noi, pochi, non spogliati della pelliccia,
non staccati dalle ossa, non privati delle piume,
rispettati in aculei, scaglie, corna, zanne,
e in ogni altra cosa che ci venga
dall'ingegnosa proteina,
siamo - mio signore - il tuo sogno
che ti assolve per un breve istante.


Io, tarsio, padre e nonno di tarsio,
piccola bestiola, quasi metà di qualcosa,
il che comunque è un insieme non peggiore di altri;
così lieve che i rametti si sollevano sotto di me
e da tempo avrebbero potuto portarmi in cielo,
se non dovessi ancora e ancora
cadere come una pietra dai cuori
ah, inteneriti;
io, tarsio,
so bene quanto occorra essere un tarsio.

sabato 2 giugno 2012

Creare un rapporto di fiducia


Quando si vuole iniziare un rapporto che conservi nel tempo radici profonde, credo sia importante seminare Fiducia e prendersene cura affinché cresca e si fortifichi.

lunedì 28 maggio 2012

Di Cosa Hanno Davvero Bisogno i Nostri Animali? Terza Libertà

Eccomi ancora qui. A parlare di libertà.

Libertà dal dolore, dalle ferite, dalle malattie - tramite la prevenzione, la diagnosi e il trattamento.

giovedì 24 maggio 2012

Di Cosa Hanno Davvero Bisogno i Nostri Animali?.....Seconda Libertà


Si parlava di libertà..ed ecco la numero 2:

Libertà dal disagio - inteso come possibilità di avere un ambiente comodo, riparato, con una confortevole area di riposo, in cui non abbia eccessivo freddo o caldo.

martedì 22 maggio 2012

Di Cosa Hanno Davvero Bisogno i Nostri Animali? Il benessere come principio


Credo che la priorità quando si parla di animali domestici sia il capire i reali bisogni che essi hanno e renderci consapevoli del fatto se siamo capaci o meno di soddisfarli.

mercoledì 16 maggio 2012

Abbassare la testa e masticare: SOTTOMISSIONE o SEGNALI CALMANTI?


Vi siete mai chiesti perché, in seguito a una richiesta o a un esercizio, una volta che il cavallo è fermo e ha il tempo di rilassarsi, comincia a masticare, a leccarsi, ad abbassare la testa?