mercoledì 16 maggio 2012

Abbassare la testa e masticare: SOTTOMISSIONE o SEGNALI CALMANTI?


Vi siete mai chiesti perché, in seguito a una richiesta o a un esercizio, una volta che il cavallo è fermo e ha il tempo di rilassarsi, comincia a masticare, a leccarsi, ad abbassare la testa?


Lungo il percorso che mi ha vista crescere insieme ai cavalli, la spiegazione di questo comportamento è sempre stata: IL CAVALLO MASTICA MENTRE PENSA ALLA RICHIESTA CHE GLI E’ APPENA STATA FATTA E LA ELABORA. La stessa risposta per l’abbassamento della testa: HA CAPITO LA RICHIESTA E SI SOTTOMETTE. Ho trovato la medesima motivazione di tale comportamento in molti libri e l’ho sentita esprimere da persone con una grande esperienza di cavalli, i cosiddetti natural horsemanship.
Quando però mi avvicino ai cavalli, quando provo ad ascoltarli, a capire cosa davvero hanno da dire, mi rendo conto che la verità è diversa.

Gli studi sulla fisiologia delle emozioni mi portano ad affermare che comportamenti quali l’abbassare la testa, il masticare, lo sbattere delle palpebre dopo un esercizio o una nostra richiesta sono risposte automatiche del sistema nervoso, quando sta avvenendo un passaggio dal sistema simpatico al parasimpatico. Il sistema nervoso simpatico e il sistema nervoso parasimpatico fanno parte del sistema nervoso autonomo, ossia quella parte di sistema nervoso che controlla le funzioni vegetative o involontarie. Le due parti svolgono funzioni che si bilanciano, portando ad una situazione di omeostasi. Il sistema simpatico è coinvolto nelle situazioni di attacco, fuga e in tutti i casi che conducono ad uno stato di eccitamento mentre il parasimpatico si attiva per riportare il sistema al suo stato di quiete, di rilassamento e  prepara l’organismo alla digestione. Ecco perché, in seguito ad uno stato di agitazione, osserveremo l’abbassamento della testa, posizione atta al foraggiamento, e l’aumento della salivazione, con conseguente masticazione.
Questi comportamenti sono stati identificati in cavalli sia in condizioni selvatiche che in condizioni domestiche, quando ci sono stati di allerta o di tensione. Un cavallo spaventato, che, terminato lo stato di allarme, si rilassa, inizierà ad abbassare la testa, muoverà le labbra cominciando a masticare e probabilmente emetterà lunghi sospiri. Le risposte fisiologiche messe in atto sono adattative, al fine di far fronte allo stress e riportare in equilibrio i livelli interni (battito cardiaco, pressione sanguigna, salivazione, respirazione). Le stesse risposte nell’uomo sono documentate e descritte: basti pensare alle reazioni automatiche che manifestiamo quali profondi sospiri, sbadigli, battito delle ciglia,…in seguito a forti emozioni (di paura, ansia e agitazione). E’possibile definire questi comportamenti con il termine (già ampiamente utilizzato in ambito cinofilo) di segnali calmanti? Io penso di si.
Quando ci troviamo di fronte ad un cavallo che viene fatto fermare dopo aver eseguito un esercizio impegnativo o dopo essere stato lavorato in tondino o alla corda, e inizia a masticare, a rilassarsi e ad abbassare la testa, è forse il caso di chiedersi se sia più plausibile la spiegazione che il cavallo stia pensando e assimilando l’esercizio richiesto e che si stia sottomettendo, oppure la spiegazione fornita dall’analisi fisiologica e comportamentale, scientificamente dimostrata. Nel momento in cui al cavallo viene richiesto di fermarsi dopo essere stato costretto a correre in un tondino, in seguito ad uno sforzo o ad una qualsiasi pressione (il cosiddetto rinforzo negativo), è molto probabile che per tornare al suo stato interno di equilibrio e di calma, metterà in atto tutti quei comportamenti automatici che proprio al fine di un adattamento evolutivo sono stati selezionati.

Credo che con l’utilizzo di un approccio all’animale che tenga in considerazione ogni aspetto, dal lato emozionale a quello fisiologico e cognitivo, sia possibile una reale comunicazione.
Abbiamo a disposizione nuovi approcci che sfruttino questi comportamenti già scritti all’interno di ogni individuo e possiamo utilizzarli al fine di un miglioramento e di una crescita sempre continua.





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