Nel bosco, Johanna è sparita per venti minuti. Forse di più o forse di meno. Ma poco importa. L'importanza risiede nelle emozioni che si provano in quegli istanti infiniti.
Non tornava al mio richiamo. Forse persa dietro a qualche traccia selvatica.
Ecco quello che è successo.
Dov'è? La sua assenza ha la stessa potenza del bisogno e vibra alla velocità della paura. Ho paura di averla persa. E' il cuore che pompa energia di paura nel mio sangue, l'ossigeno che scroscia nelle mie vene e trasporta velocità, pensieri neri, funesti; ho palpitazione, ansia. Cammino in fretta, guardo tra i rami del sottobosco, la mia testa è attraversata da qualunque pensiero terribile. Non ascolto.
Allora mi fermo. Sono nel bosco. Ricerco il fuoco del mio cuore e lo trasformo in bellezza, calma, connessione. Respiro piano. Chiudo gli occhi. Il bosco è in me ed in Johanna che corre. La sento, la percepisco, il mio cuore è vicino al suo, come quando dormiamo attaccate, quando mi respira vicina, quando mi soffia i suoi sbuffi caldi sulla faccia, per scoprirmi. Ricerco il contatto intimo, il nostro respiro sintonizzato, i suoi occhi che guardano quello che guardo io. E la percepisco. Apro gli occhi e Johanna è lì che mi guarda, nera si staglia nel sottofondo di foglie autunnali. Si avvicina piano -Lei non cammina mai piano nel bosco- . Ma questa volta non ci sono odori, non ci sono tracce, rumori. Ci siamo solo noi due. E Lei cammina piano, incontro a me.
Il desiderio di scriverlo qui è nato dalla voglia di condivisione, dalla speranza che possa aiutare chi, spero mai, si troverà o si è trovato in questo stato di agitazione affinchè possa fermare la paura, bloccarla, lasciando spazio all'ascolto del cuore.
Grazie Marta dell'ispirazione. Amore per lasciare andare la paura. Grazie. Un abbraccio Miranda
RispondiEliminaGrazie a te Miranda.
RispondiElimina